sabato 24 aprile 2010

Ama la tua parrocchia!

 Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da' il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l'occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l'Eucaristia sia "radice viva del suo edificarsi", non una radice secca, senza vita. Partecipa all'Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l'inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai! La legge fondamentale del servizio è l'umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell'umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione! Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere. Ricordati bene che, con l'umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia. Spesso è l'arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative. Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un'autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri. Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.
(Paolo VI, 23 febbraio 1964 dall'omelia di inaugurazione della parrocchia N.S. di Lourdes, Roma)

venerdì 9 aprile 2010

Un'attesa piena di fiducia

Don Bosco, nell'unica intervista rilasciata ad un giornalista nel 1884, ad una domanda sull'avvenire della Chiesa, rispondeva: "Umanamente parlando, c'è da credere che l'avvenire sarà grave. Le mie previsioni sono molto tristi, ma non temo nulla. Dio salverà sempre la sua Chiesa, e la Madonna, che visibilmente protegge il mondo contemporaneo, saprà far sorgere dei redentori."

Non c'è dubbio che, conoscendo la storia del '900, le tristi previsioni di don Bosco siano più che semplici sensazioni. E' anche da notare che forse, don Bosco, caratterialmente, era un pessimista, ma l'amore verso Dio e la consapevolezza che Egli "non ci lascerà mai soli" non poteva buttarlo nello sconforto.
Il pessimismo umano può esistere ma non può resistere all'ottimismo dell'amore di Dio.
Don Carmine, una domenica di gennaio di quest'anno, ebbe a dire: "mai dirsi pessimisti perchè vuol dire che non abbiamo fiducia in Dio".
Oggi, noi sappiamo che nel nostro passato recente ci sono stati molti "redentori": persone che hanno amato tanto Dio da trasfigurarne l'amore agli altri. Molti sono famosi: papi, santi, missionari, laici. Altri noti solo dalle persone che vivono nelle proprie comunità cristiane e non per questo meno importanti nel piantare il seme dell'amore di Cristo in mezzo agli uomini: don Carmine era tra questi.
Oggi però sappiamo anche che il Signore Dio non ci lascia mai soli. Ecco perchè, accanto alle preghiere per ricevere un pastore che ci possa guidare attraverso la nostra età, bisogna essere ottimisti nella fede.
Alcuni, in questi giorni, dopo la scomparsa di don Carmine, sono sostanzialmente preoccupati per il futuro e per il pastore che subentrerà al nostro amato parroco: così non deve essere!
E' giusta e dovuta la preghiera, ma è giusto anche essere in attesa ... fiduciosa; e pronti, quando sarà il momento, a ripartire gioiosamente con l'evangelizzazione e la pastorale con il pastore che il Signore ci manderà.

sabato 3 aprile 2010

Tra poche ore celebreremo la Pasqua.

La Pasqua cristiana è la vittoria di Dio sulla morte. Se è vero che Dio sconfigge la morte, è ancor più vero che i cristiani sono accomunati dalla speranza della resurrezione, in Cristo.
La veglia pasquale inizierà alle 23 di oggi.